Lavoro di ricostruzione facciale forense eseguito su commissione dell’archeologa Nancy Marie White. La ricostruzione è stata realizzata sotto la supervisione dell’archeologo forense Roberto Maria Miccichè, che ha curato il calcolo degli spessori secondo il metodo di Manchester.
Il teschio oggetto di studio apparteneva a un uomo di origine africana o afroamericana, vissuto alla fine del 1800 e classificato con la sigla Wc3. Faceva parte di una collezione di reperti trafugati da un tumulo funerario preistorico nel nord-ovest della Florida da abitanti locali. Successivamente, l’archeologa Nancy White riuscì a recuperarli per condurre uno studio approfondito, reso possibile grazie a una borsa di ricerca della National Geographic Society e con l’approvazione di un’autorità dei nativi americani della regione.
Dopo essere stati conservati in un contesto privato per quasi 50 anni, questi resti vengono ora trasferiti alla Florida Division of Historical Resources, in conformità con la legislazione statale e il Native American Graves Protection and Repatriation Act (NAGPRA) degli Stati Uniti. L’obiettivo della ricostruzione facciale era comprendere meglio chi fosse quest’uomo e, se possibile, individuare eventuali discendenti in grado di riconoscerne il volto.
In segno di rispetto, Wc3 è stato nuovamente sepolto.